Un ampio studio americano dimostra che le vitamine in esso contenute hanno un fattore protettivo dell’apparato respiratorio. Ma questa proprietà appartiene solo agli oli alimentari che contengono alfa tocoferolo.
Fanno discutere alcuni oli alimentari – quello di colza, mais, e soia – dopo un ampio studio della Northwestern Medicine, pubblicato di recente sulla rivista Respiratory Research. Una particolare componente della vitamina E in essi contenuta potrebbe infatti indurre l’insorgenza di malattie respiratorie.
LO STUDIO
Anche la vitamina E ha il suo Dr Jekyll e Mr Hyde: sono l’alfa-tocoferolo e il gamma-tocoferolo capaci rispettivamente di proteggere o indurre, a seconda della loro presenza in determinati oli alimentari, l’insorgenza di malattie dell’apparato respiratorio, in particolare dalle infezioni infiammatorie polmonari. Sarebbero queste le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori Northwestern Medicine americana dopo aver riesaminato i risultati dello studio CARDIA (CoronaryArteryRisk Development in Young AdultsStudy) condotto su oltre 4.500 persone di razza bianca e nera, sottoposte a un test di funzionalità respiratoria, ripetuto in quattro momenti della vita e nell’arco di vent’anni, comparato con la valutazione delle concentrazioni plasmatiche delle due vitamine (alfa-tocoferolo e gamma-tocoferolo) occorsa per tre volte nello spazio di 15 anni.
«La nostra ricerca – afferma Joan Cook-Mills, professore associato di medicina, allergologia e immunologia dalla Northwestern e fra gli autori dello studio – ha permesso di rilevare che elevati livelli di gamma-tocoferolo plasmatico (>10 mmol/L), sostanza presente prevalentemente nell’olio di soia, colza e mais, erano associati ad una riduzione della funzionalità respiratoria tra il 10 e il 17%.
Questa azione era poi potenziata anche da una particolare proteina (protein-chinasi C-alfa) che induceva il gamma-tocoferolo ad una azione pro-infiammatoria sui polmoni». Di contro l’alfa-tocoferolo, presente a buon livello nell’olio di oliva e di semi di girasole, sempre secondo lo studio americano, neutralizzerebbe gli effetti della proteina svolgendo quindi una azione protettiva per la salute dei polmoni e delle vie aeree.
L’OPINIONE
Nuovo punto a favore dunque, anche da oltre confine, per l’olio d’oliva e di conseguenza per la dieta mediterranea che fa di questo condimento un elemento principe. «Le proprietà preventive dell’alfa-tocoferolo, quale particolare componente in grado di proteggere dall’insorgenza di patologie respiratorie – dice il professor Giacinto Miggiano, Direttore del Centro Nutrizione Umane dell’Università Cattolica di Roma – si aggiungono alla capacità antiossidante della vitamina E e al suo ruolo protettivo dell’irrancidimento degli acidi grassi polinsaturi, ossia l’acido linoleico e alfa-linoleico, anch’essi presenti nell’olio di oliva». In sostanza? Sì a un cucchiaio quotidiano di olio di oliva crudo per garantire salute alle membrane cellulari, rallentare l’invecchiamento (per l’attività antiossidante), a vantaggio anche di respiro e cuore.
( Fonte: Fondazione Veronesi Magazine)