Tutto inizia con delle piccole dimenticanze, poi le dimenticanze si accentuano e si può arrivare a perdere l’orientamento e ad avere difficoltà nel riconoscere i volti delle persone. Sono questi i primi segnali della malattia di Alzheimer, che oggi colpisce oltre 600 mila italiani con incidenza destinata a raddoppiare entro il 2020. Il morbo di Alzheimer sta diventando un problema crescente in tutto il mondo. Ad oggi, 36 milioni di persone sono colpite dalla malattia.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista ACS Chemical Neuroscience da Amal Kaddoumi e colleghi del College of Pharmacy dell’Università della Louisiana di Monroe (Stati Uniti), l’assunzione di olio extravergine d’oliva aiuta a spazzar via le proteine che, accumulandosi nel tessuto cerebrale, portano allo sviluppo di questa patologia neurodegenerativa. Come hanno sottolineato gli stessi autori dello studio, le proprietà benefiche dell’olio extravergine sono state associate all’elevata concentrazione di grassi monoinsaturi che lo caratterizza. L’oleocantale aumenterebbe la produzione di due proteine (in particolare, P-gp e LRP1), note per svolgere un importante ruolo nel trasporto verso l’esterno del cervello della cosiddetta beta-amiloide, riducendone l’accumulo che è attualmente ritenuto responsabile dello sviluppo della malattia di Alzheimer.
Sulla base delle loro ricerche gli scienziati hanno concluso che l’olio extravergine d’oliva associato alla Dieta Mediterranea è potenzialmente in grado di ridurre il rischio di malattia d’Alzheimer o di demenze neurodegenerative ad essa correlabili.
(Fonte: ACS Chemical Neuroscience)