Olea prima omnium arborum est , l’ulivo è la più importante fra tutte le piante: così scrive Columella nel I secolo d.C. nel suo De re rustica, trattato dedicato all’agricoltura. L’uso dell’olio di oliva a fini terapeutici e cosmetici è noto fin dall’antichità. Le prime piantagioni di ulivi risalgono a circa 6000 anni prima di Cristo, localizzate in Palestina e Siria. Originario del Medio Oriente l’ulivo si diffuse in tutto il Mediterraneo, ma furono gli Etruschi a iniziarne diffusamente la coltura. L’ “ELEIVA” (parola etrusca che evoca proprietà magiche) si affermò come condimento in cucina e come medicinale per svariati impieghi. Gli atleti lo usavano per scaldare i muscoli prima delle gare e per alleviare i dolori muscolari.
Più recenti studi biochimici (Monell Chemical Senses Center di Philadelphia, pubblicato dalla rivista Nature) hanno confermato quello che gli etruschi avevano intuito empiricamente, individuando nell’olio di oliva una molecola (Oleocantale) con proprietà antinfiammatorie, simili a quelli dei FANS (antinfiammatori non steroidei), in particolare all’Ibuprofene. Tale molecola agisce inibendo le ciclossigenasi (COX1 e COX2), enzimi chiave del processo infiammatorio.
Altre osservazioni, in Reumatologia, indicano che consumatori abituali di Olio di oliva presentano valori flogistici più bassi rispetto a chi non usa l’olio di oliva.
Altre ricerche sono in corso per valutare gli effetti dell’olio di oliva sul tessuto più implicato nei processi artrosici, la cartilagine.
Studi della composizione chimica dell’olio di oliva extravergine, spremuto a freddo, hanno evidenziato la presenza di Tocoferoli, Fitosteroli e Squalene, che svolgono funzione emolliente e protettiva.
L’olio di oliva contiene grassi polinsaturi e monoinsaturi benefici per la nostra salute. Parliamo, naturalmente di olio extravergine di alta qualità, non di quello scadente, spesso contraffatto e spacciato per italiano pur provenendo da altri paesi, presente sugli scaffali dei supermercati di mezzo mondo, dove il consumatore spesso non è in grado di valutarne le scadenti qualità organolettiche.